COVID-19: dalla Vitamina C agli animali untori, per contrastare le “bufale” in rete l’impegno di istituzioni e mondo dell’informazione

In giorni in cui la “caccia” alle notizie sull’epidemia ha fatto salire alle stelle ascolti e visite alle testate dell’informazione, una messe innumerevole di “bufale” (fake news in inglese) ovvero di menzogne ha invaso la rete. Qualche esempio “dai gargarismi con la candeggina al taglio della barba, quali armi per combattere il virus, ovviamente inutili, al vaccino anti Tbc che proteggerebbe gli immigrati dal contagio. Fino al ruolo della rete 5G tra le cause dell’epidemia. Tante sciocchezze che però circolano in rete e che fanno solo danno” l’elenco prosegue a puntate in un interessante servizio su Quotidiano Sanità che presenta l’iniziativa del Ministero della Salute in questo senso, cui fa seguito l’accordo con Twitter che metterà in evidenza nelle ricerche il link ufficiale del Ministero.

Ovviamente le fake news più pericolose sono quelle confezionate con maggior cura e verosimiglianza e quindi più credibili, soprattutto nella consultazione frenetica di news e consigli in tema di Coronavirus e Covid-19. Ma ci sono degli ottimi metodi per sviluppare anticorpi alle notizie false e spesso tendenziose (a vantaggio o svantaggio di una parte politica, calunniose per istituzioni e persone, oppure pericolosamente truffaldine, si pensi alle false mascherine per esempio) e ce ne parla il Corriere della Sera, che fornisce 5 regole di comportamento molto utili, eccole:

1 esamina il contenuto “diffida di contenuti sensazionalistici introdotti da titoli roboanti, foto shock e caratterizzati dalla sostanziale mancanza di «continenza formale», pilastro deontologico del giornalismo di qualità”

2 ispeziona la fonte “il tentativo dei produttori fake news è quello di ingannare il lettore facendo assumere ai propri siti le sembianze di quelli più autorevoli. Ciò accade a partire dall’Url (l’indirizzo del sito ndr)” quindi siti falsi travestiti da siti veri…pare incredibile ma accade!

3 dai un’occhiata agli altri siti “controllare se il fatto eclatante di cui siete venuti a conoscenza sia stato ripreso anche da testate di comprovata affidabilità. In caso di bufala, la risposta sarà negativa”

4 controlla la data “molte (bufale) vengono costruite per durare nel tempo, per macinare visualizzazioni anche a distanza di anni…fare anche attenzione alla data di pubblicazione (tanto peggio se non è neppure indicata)”

5 segnala e non diffondere “riconosciuta una fake news non resta che un’ultima, fondamentale operazione: interrompere la catena delle condivisioni. È quindi bene non soltanto evitare di diffonderla a propria volta, ma anche segnalarla al mittente e all’eventuale social network”

Concludiamo portando all’attenzione due importanti iniziative anti-bufala, quella di RAI, con un comitato permanente per il controllo delle notizie e la segnalazione delle più pericolose e fuorvianti e quella del Governo, che ha creato “una task force di otto esperti (…). Non sarà un ministero della Verità e non si occuperà di opinioni” come recita la notizia, con evidente preoccupazione per le inevitabili fake news che seguiranno l’annuncio!

La battaglia (anche questa!) sarà lunga ma indispensabile per evitare “cacce all’untore” e comportamenti che possano ledere la salute e la sicurezza di ognuno di noi.